In questa guida spieghiamo come regolare la saldatrice a filo continuo.
Rispetto alle vecchie saldatrici, pesanti, ingombranti e difficili, a meno di essere saldatori esperti, i nuovi modelli di saldatrice a filo continuo sono molto flessibili, e soprattutto facili da usare. Tra l’altro il mercato ha sfornato ultimamente modelli sempre più sofisticati, dotati di sistemi a controllo digitale e con regolazioni sinergiche, che hanno consentito anche ai principianti di cominciare a saldare fin dalle prime ore. Questo non toglie però che, per un approccio più corretto ed efficace, servono almeno le conoscenze fondamentali sulla regolazione delle varie funzioni. Vediamo allora come regolare la saldatrice a filo continuo, in base anche al tipo di saldatrice che dobbiamo usare.
Come Regolare Saldatrici a Filo Continuo non Automatiche
Le saldatrici a filo continuo non automatiche sono quelle che si trovano più facilmente in commercio anche perché hanno un costo più contenuto. In queste saldatrici bisogna regolare manualmente il gas di protezione, che serve ad evitare l’ossidazione della cucitura, e va regolato a seconda del tipo di materiale e del modo in cui si salda, la produzione di corrente di saldatura, che cambia in funzione della velocità con cui si muove il filo e dalla tensione, e, infine, il diametro del filo di saldatura, che dipende anche dallo spessore del materiale e dalla profondità della saldatura da fare.
Una volta selezionatala giusta intensità per la corrente di saldatura, in base alla velocità del filo e alla tensione, il materiale d’apporto si trasferisce nell’arco di saldatura in base a tre diversi sistemi, che conviene considerare separatamente, e che sono lo SHORT ARC, quindi un trasferimento per corto circuito, che si ha con una bassa intensità di corrente, il GLOBULAR TRANSFER, e cioè il trasferimento globulare, o trasferimento a gocce, che si ottiene impostando un’intensità di corrente più alta, e lo SPRAY ARC, conosciuto anche come trasferimento a spruzzo, che si ottiene quando la corrente viene impostata al massimo dell’intensità consentita. Ovviamente ad ogni aumento di intensità di corrente dovrà corrispondere una maggiore velocità del filo, che si andrà consumando più in fretta. Vediamo, uno ad uno, quando è il caso di usarli.
SHORT ARC
In questo tipo di saldatura l’arco che si viene ad accendere è davvero minimo e il filo tocca materialmente il bagno di saldatura, andando in corto circuito. Il corto aumenta automaticamente la produzione di corrente e crea lo stato di fusione del metallo che si solidifica immediatamente appena il filo procede. Un sistema che conviene usare quando bisogna saldare spessori minimi o per ricostruire delle falle da lavorazione imprecisa. Una tecnica che è possibile usare su molti materiali, ma che possiede l’inconveniente di lasciare parecchi spruzzi intorno alla cucitura.
GLOBULAR TRANSFER
Il Globular Transfer usa un’intensità sufficientemente elevata da portare il filo alla fusione, senza toccare il metallo, dando vita a grosse gocce di materiale fuso che cadono sulla cucitura saldandola. Ovviamente la buona riuscita di questa tecnica sta nel mantenere il filo abbastanza distante dal bagno, in modo da evitare il corto circuito da contatto, e i conseguenti spruzzi di materiale fuso.
SPRAY ARC
Quando la corrente è spinta al massimo della potenza il filo raggiunge molto velocemente lo stato liquido, e si condensa in micro gocce che formano un arco stabile che salda i labbri del metallo quasi senza spruzzi. Una tecnica usata molto spesso quando si deve saldare in profondità e, quindi, su spessori particolarmente consistenti, col rischio però che si creino delle incisioni marginali. La Spray Arc, applicata ad un’emissione pulsata di corrente, ha dato vita alla tecnica di Pulsed Arc, che è capace di lavorare con maggiore precisione e su supporti più sottili, preriscaldando il materiale da fondere.
Altro parametro da regolare è la quantità di gas da emettere durante la saldatura. Per iniziare, bisogna scegliere il gas adeguato, che nel MIG è l’elio, se si lavora su grandi spessori, o l’argon se si desidera una protezione maggiore. Nel caso poi di una saldatura a gas attivo, l’argon va miscelato con l’anidride carbonica, piuttosto che l’ossigeno.
Scelto il gas, bisogna decidere quanto usarne, caso per caso, ed evitare che il bagno di fusione non sia adeguatamente protetto dall’ossidazione, magari a causa di una produzione di gas insufficiente, oppure che si creino delle turbolenze, per un eccesso di fuoriuscita di gas, e che l’ossigeno contenuto nell’atmosfera non reagisca col bagno di fusione, causando ossidazioni e saldature fredde.
Una buona regolazione del gas dipende dallo spessore del materiale e dalla tecnica. Si parte sempre dalla portata minima, che è di 10 litri/minuto, per aumentarlo a 15 o 20 su piccoli spessori, usando un filo di fusione con uno spessore intorno al millimetro, oppure portandolo a 20 o 25 l/min, nel caso di grandi spessori, e usando un filo saldante di diametro tra il millimetro e mezzo e i due millimetri e mezzo.
Come Regolare Saldatrici a Filo Continuo Sinergiche
Nelle saldatrici sinergiche tutte queste operazioni sono facilitate dall’automatismo, soprattutto nelle macchine di ultima generazione, per cui sarà sufficiente regolare l’intensità della corrente secondo il tipo di materiale, il gas e la sezione del filo di saldatura. A questo punto sarà il processore a impostare, sulla saldatrice a filo continuo, i giusti parametri di lavoro e a consentirti di procedere tranquillamente, anche se solo una buona manualità, frutto dell’esperienza, e un’adeguata conoscenza delle tecniche e dello strumento, potranno darti la soddisfazione di un lavoro fatto bene.