In questa guida spieghiamo come scegliere la migliore pasta per saldare.
Quando saldi due pezzi dello stesso metallo, come ferro su ferro, portandoli allo stato di fusione, avvicinandoli e lasciando che il raffreddamento progressivo li ricomponga, realizzi una saldatura che utilizza le proprietà di quell’elemento. Però, quando al posto del metallo c’è una lega, come l’acciaio o il bronzo, allora le cose prendono un altro aspetto. Questo perché i vari elementi di cui è composta la lega, sottoposti alle alte temperature, possono presentare reazioni diverse. E le cose cambiano anche se devi saldare insieme elementi di natura differente, come rame e zinco. In questi casi hai la necessità di frapporre tra i due qualcosa che migliori la loro capacità aggregante. La pasta per saldare ha anche questo ruolo. A questo punto cerchiamo di conoscere meglio questo componente, che risulta indispensabile in tutti i processi di saldatura, ma che ha una composizione diversa se viene usata da un elettricista, un carrozziere o un idraulico. Vediamo allora come scegliere la pasta per saldare, iniziando con l’identificare la differenza tra le leghe saldanti e la pasta flussante.
Lega Saldante
La lega saldante è un insieme di vari metalli, che può avere forme e supporti diversi. Infatti la puoi trovare in forma di bacchette oppure di filo, più o meno sottile. Ma la trovi anche sotto l’aspetto di microsfere, o polverizzata. A volte la lega saldante è realizzata con un metallo della stessa natura di quelli da saldare, come nel caso delle bacchette di ferro, e aiuta a riempire le eventuali slabbrature tra i due pezzi da unire. Ma negli altri casi la lega è realizzata con dei metalli di natura diversa. Vediamo i più usati.
Lo stagno
Lo stagno è uno dei metalli più usati nelle leghe saldanti, proprio perché è estremamente malleabile, duttile e fonde alla temperatura di 231,93 gradi, che è relativamente bassa. La sua percentuale nella miscela saldante però non è fissa, ma varia in dipendenza del campo di impiego e, di conseguenza, dei componenti da legare.
Infatti, quando cerchi una pasta per saldare, devi anche specificare se ti serve per saldare dei fili elettrici o dei componenti elettronici. Oppure se devi realizzare delle opere di legatura su metalli nobili, come oro e argento, piuttosto che sulle lamiere di un’automobile o su un manicotto idraulico in rame.
Il piombo
Il piombo è un materiale legante particolarmente resistente alla corrosione ed è malleabile e duttile quasi quanto lo stagno. Anche il piombo infatti fonde a temperature relativamente contenute, 327,46 gradi. Le percentuali di piombo nelle paste per saldatura toccano il 40% o il 50%. Però le leghe stagno piombo, classificate con la sigla SnPb, sono eutettiche, cioè fondono ad una temperatura inferiore rispetto a quella di ciascuno dei due metalli, solo se vengono rispettate le percentuali corrette. Risulta essere eutettica, per esempio, la Sn63Pb37, che possiede il 37% di piombo e il 63% di stagno.
Invece è molto vicina alle caratteristiche richieste la Sn60Pb40, col 40% di piombo e il 60% di stagno. Entrambe comunque fondono intorno a 180 gradi.
Ultimamente però l’uso della miscela SnPb, data l’accertata tossicità del piombo, è stato limitato alle paste per saldare che vengono usate solo per elementi non alimentari. Anche per questa ragione, quando si salda a piombo, è obbligatorio usare una maschera respiratoria di protezione dai fumi tossici, FFP2 o FFP3. Dal 2000, tra l’altro, le limitazioni all’uso di questo metallo per le saldature hanno dato origine alle paste per saldare Lead Free, totalmente prive di piombo.
Argento e Rame
Dalla messa al bando del piombo nelle saldature, la quantità di stagno, nella pasta per saldare, va dal 95% al 98%, con l’aggiunta di un residuo molto basso di rame e argento. In queste leghe però il punto di fusione è aumentato anche di 50 gradi, rendendo più difficoltoso l’utilizzo e peggiorando la resa finale.
Flussante
Il flussante invece agevola la distribuzione della pasta per saldare sulle cuciture, tenendo lontano l’ossigeno durante il processo di fusione ed evitando che si mischi alla parte saldata. Uno dei flussanti più usati, ancora oggi, è la colofonia pura oppure miscelata con percentuali di cloruro di zinco. Questo flussante, nella maggioranza dei casi, è nella pasta per saldare. Vediamo allora come è fatta la pasta per saldare.
Come Scegliere la Pasta per Saldare
La composizione di una pasta per saldare dipende dall’uso finale che ne devi fare. Alcune paste sono di tipo semplice e ci trovi dentro unicamente la miscela dei metalli oppure il solo flussante. In quelle composte invece la miscela, quasi sempre in forma di polvere o micro granuli, viene combinata al flussante. Vediamo i vari campi di applicazione per ogni tipo.
La pasta per saldare composta viene utilizzata soprattutto in opere di idraulica, nelle officine di lattoneria e per le opere di pregio. Il loro uso combinato semplifica la cucitura tra i due elementi metallici. Questo perché basta una sola applicazione del prodotto, da brasare successivamente col cannello o con un’altra fonte di calore. In alternativa si dovrebbe passare, in prima battuta, il flussante su entrambi i labbri di giunzione. Mentre la lega per saldare andrebbe messa solo dopo, fondendola contemporaneamente alla bacchetta.
La pasta per saldare composta torna molto utile anche nel campo dell’elettronica. Grazie a questa miscela, infatti, è possibile effettuare una saldatura dolce. La saldatura dolce diventa indispensabile quando devi installare i componenti elettronici sui circuiti stampati, con una tecnologia a montaggio superficiale, SMD-SMT. In spazi così ridotti, infatti, non è facile lavorare con il semplice saldatore, per quanto sottile possa essere la punta.
La SMT è una tecnica particolare, utilizzata per assemblare un circuito stampato, applicando i componenti senza bucare la piastra di sostegno. Si tratta per altro di componenti che vengono realizzati apposta e identificati dalla sigla SMD. La SMT è un’ottima alternativa, dove è possibile applicarla, alla classica PTH, cioè la tecnica Pin Through Hole, che invece fora la piastra e necessita di un filo di pasta per saldare molto sottile. Quindi, nel caso in cui si debba lavorare in PTH, su una componentistica a foro passante THT, è sufficiente prendere della pasta per saldare composita, realizzata in filamenti talmente sottili da riuscire a passare per i fori della piastra. Si tratta, in questo caso, di rocchetti di filo che hanno una sezione variabile, dal mezzo millimetro ai 2 millimetri e mezzo. Il filo ha la superficie esterna in materiale saldante, mentre all’interno c’è un’anima di materiale flussante, la flux core.
L’uso della pasta per saldare semplice, priva di flussante, diventa indispensabile quando un’ossidazione anche minima può creare problemi. Per esempio, nella pre saldatura dei cavi elettrici di massimo carico, dotati di una sezione particolarmente elevata, è meglio applicare preventivamente il flussante. Però, prima di usare la pasta per saldare semplice, occorre eliminare il flussante in eccesso. Per farlo puoi usare, al posto della vecchia trielina, nociva e pericolosa, dei prodotti specifici, liquidi o spray. Prodotti che, in molti casi, possono essere sostituiti da ritrovati più economici, come l’alcool isopropilico o il semplice alcool puro, da applicare con del cotone idrofilo. L’eliminazione delle scorie di flussante dai cavi da saldare è fondamentale, perché così facendo si evita di deteriorare il contatto elettrico, che causerebbe l’interruzione della corrente.
Pasta per Saldare più Venduta
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Ultimo aggiornamento 2024-12-19 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API